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martedì, aprile 29, 2008

Economia e politica in Italia

Nel rapporto sulle previsioni economiche la Commissione Ue ha pubblicato che nel 2008 la crescita dell’Europa è in calo dove l’Italia guadagna, per l’ennesima volta, la maglia nera d’Europa.
L’inflazione record e crescita rallentata mette a rischio le famiglie a basso reddito e quindi in particolare in Italia dove gli stipendi sono piu’ leggeri rispetto alla media europea.
Le proiezioni sono all’insegna del pessimismo, che prevedono un aumento dei prezzi al 3,2% ed una diminuzione della crescita che si fermerà all’1,7%.
I dati provenienti da Bruxelles stimano che l’economia italiana crescerà appena dello 0,5% quest’anno e dello 0,8% nel 2009, ben al di sotto sia del potenziale, che è dell’1,6% circa, sia della crescita media dell’Eurozona.
Inoltre l’inflazione per il 2008 si situerà al 3% di media e il deficit, che nel 2007 era sceso per la prima volta sotto la soglia del 3% indicata dal Patto di Stabilità, dovrebbe risalire dall'1,9% al 2,3%.
Nonostante il debito pubblico sia previsto in diminuzione dal 104% del 2007 al 103,2% nel 2008, lo stato di salute dell’economia italiana è pessimo ed il nostro paese avrà, per il secondo anno consecutivo, la peggiore perfomance tra i 27 paesi dell’Ue

Per capire il persistente divario negativo di crescita dell’Italia rispetto alla media della zona euro ci sono due strade:
o gli italiani lavorano meno degli altri popoli (opzione non sostenibile)
oppure lo stato non è in grado di aiutare il lavoro degli italiani

Evidentemente la causa della debole e grave situazione economica e finanziaria del nostro paese è del Sistema Italia, e quindi del regime repubblicano.
L’economia italiana avrebbe bisogno di una cura, ma tutto è drammaticamente complicato dal fatto che il vero malato è lo stato.
L'Italia avrebbe bisogno di Finanze pubbliche sostenibili e usarle per favorire una crescita ma ho l’impressione che tutti i governi italiani non hanno il coraggio di fare quello che si dovrebbe fare.

Uno stato non dovrebbe aiutare una azienda non in grado di competere nel mercato. Oppure nel caso si rileva la necessità di aiutarla almeno si dovrebbe eliminare la maggior parte dei suoi tentacoli incancreniti.
Nulla di tutto ciò, e lo stato continua a compiere gli stessi errori.

Per il caso Alitalia lo Stato regala 300 milioni di Euro per dare ossigeno all’azienda, senza migliorare l’efficienza degli aeroporti e contemporaneamente coinvolgere anche il sistema ferroviario.
Infatti lo scopo non è salvare l’Alitalia ma migliorare la mobilità degli uomini e delle merci in Italia, e per realizzare questo ci dovrebbe essere una sinergia tra aeroporti e ferrovie.

A questo punto è spontaneo chiedere : Che differenza c’è tra l’assistenza di Prodi e quella di Berlusconi ?
La classe politica è in grado di fare vigorose politiche economiche?

Me lo auguro, ma rimango scettico.
Io vedo sempre le stesse persone, la stessa classe politica, temo che con le recenti elezioni ci sia solo un cambiamento di facciata, ma la nomenKlatura intesa come Pensiero politico-culturale rimane ancora saldamente al Potere.

Solo una virtuosa rivoluzione - in particolare culturale - potrebbe realizzare un reale e positivo cambiamento.

La scure di Bruxelles sui conti italiani

Crescita in stallo, irrilevante e comunque inferiore agli altri partner europei. Conti pubblici in peggioramento in un contesto di globale di frenata dell’economia e di allarme inflazione. È un quadro a tinte fosche per l’Italia quello indicato dalle previsioni economiche di primavera presentate dal commissario Ue per gli Affari economici e monetari Joaquin Almunia.

Crescita economica

I dati indicano che il motore dell’economia italiana continua a rallentare e nel corso dell’anno toccherà il fondo con una crescita dello 0,5 per cento, a febbraio si prevedeva lo 0,7 per cento, per risalire nel 2009 allo 0,8 per cento. «Complessivamente la crescita del Pil reale nel 2008 è prevista allo 0,5 per cento - si legge nel documento - chiaramente al di sotto del potenziale» e «il persistente gap negativo di crescita rispetto alla media dell’area euro si allargherà ulteriormente, nonostante l’esposizione relativamente modesta del sistema bancario italiano alle turbolenze finanziarie».

Secondo gli esperti del motore comunitario «il previsto rallentamento della crescita è causato da tutte le componenti della domanda». «Quando guardo alle previsioni per l’Italia la preoccupazione principale è la crescita molto molto ridotta - ha spiegato Almunia - è una crescita molto bassa e al di sotto del potenziale dell’Italia».

Inoltre, «questa crescita è accompagnata nelle nostre previsioni da un’evoluzione molto debole della produttività» e «tutto questo in un Paese che avrebbe bisogno di una maggiore crescita equilibrata per migliorare la sostenibilità e la qualità delle proprie finanze pubbliche e ridurre il peso del debito pubblico per poter utilizzare le risorse come uno strumento che favorisca la crescita». Queste, per il rappresentante dell’esecutivo Ue, «sono le questioni che devono essere affrontate dal Governo italiano, vecchio e nuovo».

PIL e Conti Pubblici

Sul fronte dei conti pubblici infatti da Bruxelles avvertono già i segnali di un peggioramento dei dati: quest’anno il rapporto deficit/Pil delle finanze pubbliche italiane dovrebbe risalire al 2,3 per cento contro l’1,9 del 2007 e, anche se il dato è inferiore al 2,4 per cento indicato dal Governo ed è al di sotto della soglia del 3 per cento indicata dal Patto di Stabilità, nel 2008 i dati dei conti pubblici italiani sono in peggioramento. Quest’anno, si legge nel documento, «l’avanzo primario dovrebbe ridursi di mezzo punto percentuale rispetto al Pil». Inoltre «al netto dei fattori ciclici ed escludendo le misure una tantum, sia per il deficit che per il bilancio primario è previsto un peggioramento di più di un quarto di punto percentuale rispetto al Pil» e «questo deterioramento è dovuto alla spesa addizionale e ai tagli di tasse».

Debito pubblico

Il debito pubblico è invece previsto in diminuzione dal 104 per cento del 2007 al 103,2 per cento nel 2008 e ad un livello ancora più basso, nell’ipotesi di politiche invariate, l’anno prossimo. Nel resto d’Europa in medio la situazione è migliore ma non di molto. la Commissione ha ritoccato al ribasso le stime di crescita per il 2008 all’1,7 per cento, contro l’1,8 indicato il 21 febbraio scorso, lasciando invariate le previsioni per l’Ue a 27, al 2 per cento. A suscitare allarme però è la corsa inarrestabile dei prezzi che fa schizzare le stime sull’inflazione per l’anno in corso al 3,2 per cento nella zona euro e al 3,6 per cento nell’Ue, contro una previsione di febbraio di rispettivamente 2,6 e 2,9 per cento. Per l’Italia la stima è 3 per cento nel 2008 e 2,2 per cento nel 2009.

abcfinanze

martedì, aprile 22, 2008

Matrimonio Umberto Margherita



22 APRILE 1868

A Torino 140 anni fa il Principe di Piemonte Umberto (Re d'Italia dal 1878 al 1900) sposò la cugina Margherita dalla quale ebbe un figlio, Vittorio Emanuele, Principe del Piemonte (1878-1900) e Re d'Italia (1900-1946).

In occasione delle fauste nozze del futuro Re Umberto I, il Padre della Patria Vittorio Emanuele II concedeva le prime nomine nell’Ordine della Corona d’Italia.

giovedì, aprile 10, 2008

Berlusconi e napolitano : caos della repubblica

A proposito della possibilità che la presidenza di una delle Camere possa venir data all’opposizione, Silvio Berlusconi, intervistato da La 7, ha detto che questa eventualità potrebbe verificarsi solo se fosse eletto un altro capo dello Stato nella nostra parte politica.
In caso di vittoria del Pdl, se il Presidente della Repubblica decidesse di dimettersi per fare un gesto nei confronti della nuova situazione italiana, allora si potrebbe anche pensare di dare una Camera all'opposizione, sottolineando che questo è una pura ipotesi di scuola.
Inoltre Berlusconi accusa la sinistra di essersi impadronita di tutte le istituzioni e propone la soluzione: Se fosse eletto un capo dello Stato della nostra parte politica, sarebbe nostro dovere dare la seconda carica dello Stato, cioè la presidenza del Senato, al centrosinistra.

Apriti cielo!
Si è subito scatenata un'ondata di indignazione da parte dei paladini del regime repubblicano.
Non c’è nulla di peggio di dire il falso sapendo di mentire.

Se si lascia da parte la favola raccontata dal regime repubblicano – cioè il presidente della repubblica garante di tutti e superpartes – la dichiarazione di berlusconi e la dura polemica scatenata tra i partiti sono utili perché permettono di scoprire l’ipocrisia del sistema repubblicano.

Al contrario di quello che dicono i conservatori, l'ipotesi-Quirinale presentata da berlusconi non rappresenta l'ennesimo tentativo di avvelenare la vita democratica del paese ma piuttosto permette di liberarci della ipocrisia delle repubblica ed avere la consapevolezza che tutti i presidente della repubblica sono dei politici e quindi di parte.
Come si fa a continuare a credere che il presidente della repubblica possa essere garante di tutti e superpartes quando è un politico, che ha fatto carriera all'interno di un partito, di un governo, ....ed inoltre è imposto solo da alcuni partiti (alle volte addirittura solo dalla maggioranza di un governo) ?

Quello che avvelena la democrazia è l’equivoco istituzionale della repubblica.

Infatti l’imparzialità del presidente della repubblica è l’ideale degli idioti e la maschera dei faziosi, e dobbiamo avere il coraggio d’affrontare questo problema.

E poi perché i cosiddetti “conservatori dello status quo repubblicano” difendono napolitano ma nessuno ricorda che anni fa napolitano, assieme ai suoi compagni del PCI, chiese di buttare fuori Leone e Cossiga?

Ma come si può essere così ingenui da credere che un uomo, da sempre fedele militante di una parte estrema, sia divenuto, per investitura e vecchiaia, un saggio equanime?

E non solo.
Secondo la Costituzione (art. 87) il presidente della repubblica deve essere muto, potendosi rivolgere solo alle Camere, ma nella realtà non stanno zitti un minuto e parlano ovunque e di tutto.

I giornali al fianco del regime e del PD ne approfittano per attaccare berlusconi.
Il direttore del quotidiano la repubblica scrive che Finora non eravamo ancora giunti fin qui, nel punto più basso della Repubblica, dove si confondono ambizioni e istituzioni...larepubblica

Il Corriere della Sera si stupisce e scrive :
E sembra non rendersi conto che un’istituzione di garanzia come la presidenza della Repubblica non può essere valutata comunque con gli stessi criteri delle altre cariche dello Stato: non a caso dura sette e non cinque anni.
corrieredellasera

Berlusconi è uomo scaltro, già altre volte ha tirato in ballo napolitano, e quindi gli attacchi al capo dello Stato sono l’inizio di un conflitto deciso a tavolino.
Innanzitutto non vi è dubbio che ciò fa presagire un confronto molto duro tra le due principali cariche del Paese e tento di fare alcune osservazioni in merito.

Berlusconi sta lavorando su più fronti.
La prima è che Berlusconi non crede nella carica di garanzia rivestita dal presidente della repubblica, ed inoltre lo ripete da sempre che napolitano è stato eletto con i soli voti del centrosinistra prodiano.
La figura del presidente della repubblica è alla stessa stregua di una qualsiasi nomina scaturente dalla lottizzazione del potere e quindi ecco che la seconda carica dello Stato potrebbe essere affidata al centrosinistra solo se Napolitano si dimetta.

Inoltre il fatto che il quirinale appartenga alla sinistra è la valida scusa per non dover cedere nulla all’avversario : l’opposizione può al massimo avere o il Quirinale o il Senato.

La seconda osservazione lascia prevedere che, con questi presupposti, Berlusconi vuole far intendere che questa volta non si lascerà condizionare dalle ingerenze del Capo dello Stato.
Egli sa benissimo che dal presidente, per il passato sfacciatamente schierato dalla parte di veltroni, non avrà di certo un appoggio, cosa d’altronde giàesperimentato con scalfaro e ciampi

La terza osservazione è che berlusconi si aspica che la vittoria alle urne del PDL possa portare addirittura all'uscita di scena del capo dello Stato napolitano, costretto a dimettersi per conformarsi in fretta e furia alla nuova situazione politica.

La quarta osservazione è che questa volta berlusconi non nasconde la sua bramosia di potere, e comincia ad avvicinarsi al quirinale.
Parliamoci chiaro, in una repubblica il capo di stato è scelto dal parlamento e quindi se dovesse vincere la destra il sogno di berlusconi è legittimo, quasi banale.

Già mi immagino cosa dirà la sinistra se il prossimo capo di stato sarà davvero berlusconi, scommetto che questa volta anche per la sinistra il capo di stato non sarà più superpartes e faranno di tutto pur di cacciarlo via.

A questo punto la guerra è dichiarata : da una parte coloro che difendono la repubblica parlamentare e dall’altra chi vuole il presidenzialismo.
Lo scontro sarà totale e durissimo e pochi sopravviveranno.

Se vogliamo evitare di farci del male da soli e distruggere ancora di più l’Italia, non ci rimane che ricordare che esiste una terza ipotesi, un sistema istituzionale dove il capo di stato non appartiene alla politica, ma alla Storia alla Tradizione alla Famiglia.
Parlo della Monarchia Costituzionale dove il capo dello stato è garante di tutti perché non imposto dai partiti e dove lo Stato educa e protegge la Corona.

Se si vuole diminuire il Potere della casta dei politici, se si vuole difendere l’Identità di un Popolo e di una Nazione, minacciate dal globalismo e dalle Lobby Finanziarie, non rimane altro che preferire la Monarchia alla repubblica.

W il Re!